Quella dell’Animatore Sociale è una delle professioni più ricercate nell’attuale mercato del lavoro, in quanto è riuscita ad inserirsi a pieno titolo tra le figure operanti nell’ambito sociale a supporto di differenti tipologie di utenti (minori, anziani, disabili, etc.) ed opera in variegati contesti.
Ma cosa bisogna fare per diventare Animatore Sociale?
L’Animatore Sociale è un operatore che svolge la propria attività a supporto dello sviluppo delle potenzialità di singole persone o di gruppi, promuovendo processi di prevenzione del disagio e favorendone l’inserimento e la partecipazione sociale.
Per diventare Animatore Sociale in Campania è necessario frequentare un corso di formazione professionale presso enti di formazione accreditati che consentirà all’allievo di acquisire competenze nelle seguenti aree:
- socio-psico-pedagogica (sociologia, pedagogia, psicologia)
- socio-sanitaria (nozioni di pronto soccorso ed anatomia)
- legislativa (diritto sociale, deontologia e tutela della privacy)
- comunicazione verbale e non verbale (conoscenza della postura, tono della voce…)
- artistica e creativa (clown terapia, laboratori di pittura…)
Dove lavora un Animatore Sociale?
L’Animatore Sociale può trovare impiego in diverse tipologie di strutture socio-assistenziali e ricreative, sia pubbliche (scuole, asl, ospedali pediatrici) che private (case famiglia, comunità per disabili, centri diurni, rsa, centri per giovani, etc.). Pertanto, ad un Animatore Sociale oltre a competenze tecniche specifiche è richiesta pazienza e creatività e sensibilità umana per potersi rapportare positivamente con le diverse tipologie di utenti (anziani, minori in difficoltà, disabili).
Con il target beneficiario della propria attività l’Animatore Sociale dovrà essere in grado di organizzare e creare tante attività, quali: laboratori artistici, spettacoli teatrali, attività ludiche, momenti musicali e danzanti, etc. Ma ciò che caratterizza un Animatore Sociale, distinguendolo da altre figure, è l’attitudine a saper valutare attentamente il fabbisogno degli assistiti creando programmi di intervento specifici e personalizzati, al fine di determinare come risultato finale cambiamenti significativi sia nella sfera fisica (per esempio se si lavora a contatto con i disabili) sia nella sfera psichica (per esempio con pazienti psichiatrici).